Wolfgang Beltracchi: il falsario che diventò artista
Abbiamo parlato spesso dei falsi nel mondo dell’arte e delle incredibili storie cui hanno dato adito. Questa volta ne raccontiamo una in cui i protagonisti non sono solo due semplici falsari ma una coppia, marito e moglie, definiti – meritevolmente – i Bonnie e Clyde del mercato.
Vi presentiamo Wolfgang e Helene Beltracchi.
Coppia tedesca, dal cognome di origini italiane, ha conquistato il mercato dell’arte con i suoi falsi. Tra i due, l’artista di casa era Wolfgang che, dotato di un incredibile talento, riusciva a riprodurre lo stile e le tecniche dei più noti artisti di tutti i tempi, mentre Helene dal canto suo era la spalla perfetta negli affari illeciti del marito, sempre al suo fianco. Se non è amore questo, sfidiamo noi.
Ma perché tanto successo?
Le tele false non erano riproduzioni di quadri noti, bensì opere non conosciute, idealmente dimenticate per decenni e poi venute miracolosamente alla luce.
Per ingannare i requisiti di autenticazione necessari, questi “capolavori” oltre che a essere realizzati con delle accortezze maniacali , erano forniti di dati studiati nei minimi dettagli, comprovabili tramite fantomatiche foto sui cataloghi o perché ritenuti appartenenti alla collezione trafugata di un collezionista così influente da non poter essere certo smentito.
Il signor Beltracchi, quindi, sapeva il fatto suo: “Posso replicare chiunque”. E tanto ha fatto: Leonardo, Picasso, Cezanne, Rembrandt, Ernst.
Nell’ormai lontanissimo 2006, ci è caduta anche Christie’s. La casa d’asta inserì nell’Evening Sale d’Impressionismo e Arte Moderna un dipinto attribuito proprio ad Ernst dal titolo La Horde, stimato tra i 2.500.000 e i 3.500.000 di sterline. Quello stesso quadrò finì addirittura in copertina sul catalogo d’asta. Ebbene di Ernst non aveva proprio nulla, era di Beltracchi.
E così i due coniugi, diventati milionari, negli anni hanno investito in ville e yacht fino a quando nel 2010, durante degli esami su una tela attribuita a Campendonk, gli scienziati si sono accorti che il bianco utilizzato non era ancora in commercio nel 1917, presunto anno di realizzazione.
Fine dei giochi. Marito e moglie, dopo aver confessato la realizzazione dei falsi (solo di una parte, presumibilmente molti sono ancora appesi alle mura di privati, gallerie e musei), sono finiti in carcere rispettivamente per sei e quattro anni ottenendo, tempo dopo, la possibilità di uscire durante il giorno e rientrare solo per la notte.
Hanno scontato la pena e, morale della favola, Wolfgang da falsario è diventato un artista riconosciuto: dipinge e vende, firmandole Beltracchi, le sue opere. Le tele più grandi arrivano ad essere stimate anche tra i 250 e i 300 mila euro.
Non si può dire nemmeno siano brutte. Anzi.
In un’intervista rilasciata anni fa a un canale tv inglese, Beltracchi non si mostra nemmeno pentito ma al contrario è consapevole – a detta sua – di essere il più bravo di tutti e si rammarica solo di aver utilizzato il bianco sbagliato.