Un parco sculture nel bel mezzo della foresta renana. La fondazione Tony Cragg è un’esperienza d’arte e natura
Come dimenticare la scena dell’immensa sala prove nella foresta, immortalata da Wim Wenders nel film‐ omaggio a Pina Bausch…
Lo Skulpturenpark nella tenuta Waldfrieden, proprio a pochi chilometri da Wuppertal, è anch’esso letteralmente avvolto dai boschi del Nordreno‐Vestfalia in Germania.
Dopo la scoperta della proprietà abbandonata nel 2006, lo scultore britannico Tony Cragg (Liverpool, 1949) decise di stabilire qui la sua fondazione no‐profit in un’area verde puntellata di sentieri con eccezionali qualità naturali ed estetiche.
L’acquisto del terreno sul pendio implicò anche un grande lavoro di ridisegno del parco e degli edifici presenti che dovevano essere rinnovati per ospitare gli spazi espositivi e gli uffici della nuova Fondazione. Di particolare interesse Villa Waldfrieden, costruita nel 1894 e distrutta in un raid aereo nel 1943. Rilevata negli anni ’40 dall’imprenditore Kurt Herberts, fu “affidata” alle mani dell’artista e architetto Franz Krause che mise in atto un progetto di costruzione organica anticonvenzionale. L’architetto infatti creò un edificio dalla forma sinuosa basata su tre assi fondamentali: la dinamica del corpo umano, la natura circostante (il progetto paesaggistico fu realizzato tra il 1947 e il 1950) e il movimento della luce diurna.
Quando Tony Cragg rilevò il tutto anche la villa e gli esterni vennero re‐interpretati in vista della nuova destinazione d’uso. Con un lavoro puntuale da parte dello scultore e dei suoi collaboratori, l’edificio venne trasformato nel centro nevralgico del parco mantenendo comunque l’aspetto originario senza stravolgimenti di forma.
Cragg posizionò le sue sculture attorno ad esso accentuando, per analogia visiva, le affinità scultoree con l’edificio che dal 2008 ospita gli archivi e gli uffici amministrativi della sua Fondazione.
Percorrere quest’area della foresta significa fare esperienza dell’opera di Cragg e di altri artisti di fama internazionale in un contesto mozzafiato che varia a seconda della stagione e interagisce con le sculture variandone i colori, la luce e la materialità.
Una sorta di corrispondenza spontanea con l’ambiente nel quale l’opera d’arte è semplicemente estensione del dato naturale.