Trame e orditi nell’arte di Dan Halter
Dan Halter è un artista africano, nato nel 1977 in Zimbabwe da genitori svizzeri, residente ed attivo a Città del Capo, in Sudafrica. Dopo la laurea alla University of Cape Town nel 2001, ha esposto in numerose mostre collettive e personali in varie gallerie in Sudafrica e in Europa, partecipando anche a rassegne internazionali come VideoBrasil a San Paolo, la Biennale d’Arte di l’Avana e la Biennale di Dakar.
Tra le occasioni espositive più recenti rientrano anche alcuni appuntamenti italiani: “L’Europa non cade dal cielo, riflessioni attraverso l’arte contemporanea”, mostra organizzata da Fondazione Imago Mundi, che in diverse location del centro di Treviso ha affrontato i temi di confini, identità, senso di appartenenza; l’antologica “Look to Windward” conclusasi a marzo scorso presso la Fondazione Filiberto e Bianca Menna a Roma, e il solo show all’interno dello stand di Osart Gallery (sua galleria italiana di riferimento) durante l’ultima edizione di Miart 2023.
Alla base dell’opera di Halter si trovano il materiale e la tecnica, declinati per affrontare temi politici e sociali. Materia prima prediletta dall’artista è la borsa in plastica economica prodotta in Cina, oggetto povero, simbolo del migrante e del suo bagaglio. Da questo materiale, nuovi tessuti che svelano immagini e testi dall’alto carico simbolico vengono ricreati attraverso la tecnica dell’intreccio, dove trama e ordito si sovrappongono per rivelare e celare significati e parole.
Brandelli di carta, elenchi telefonici, buste, banconote, o loro ingrandimenti, insieme all’uso di vocaboli, pagine di scritti classici o veri e propri messaggi cifrati: questi la sostanza e i prodotti del lavoro di Halter, che creano un riflesso della realtà passata e presente e dello dark humor che caratterizza, agli occhi dell’artista, l’odierna Africa meridionale.
Centrale in tutta la narrazione dell’artista il tema della migrazione, della perdita del senso di appartenenza ad una nazione, del mondo post coloniale africano. In un mix tra lavoro artigianale e artistico, Halter guarda alla storia da un punto di vista contemporaneo, affrontando la pesante oppressione della globalizzazione e le profonde fratture che caratterizzano la società odierna, richiamando temi visuali popolari. Questo binomio di manualità e concetto si cela e si svela attraverso l’intreccio fisico dell’opera, richiamando le trame del tessuto sociale, con le sue contraddizioni e le sue iconologie.