Siamo tutti stranieri alla Biennale 2024
Stranieri Ovunque – Foreigners everywhere: questo il tema della prossima 60. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia scelto dal curatore Adriano Pedrosa, in corso dal 20 aprile al 24 novembre 2024. Il titolo è ispirato da una serie di lavori eseguiti nel 2004 dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi con sede a Palermo, che consistono in sculture al neon colorate he riportano in varie lingue le parole “Stranieri Ovunque”.
L’Esposizione si inserisce nel solco creato dalle due edizioni precedenti, sia nell’ambito Arte con il Il latte dei sogni curata nel 2022 da Cecilia Alemani che Architettura con il Laboratorio del futuro di Lesley Lokko ancora in corso, riprendendo la narrativa della rivalutazione di culture, aree geografiche e personalità fino ad allora dimenticate o accantonate.
Direttore del Museo di San Paolo del Brasile (Masp), il punto di vista di Adriano Pedrosa è totalmente nuovo per la Biennale Arte, in quanto primo curatore proveniente dall’America Latina. È proprio da questa prospettiva che si affronterà il tema dello “straniero”, nel senso più ampio del termine: la definizione contempla tutti quegli artisti che si trovano a vivere situazioni di disparità condizionate da razza, sessualità, genere, ricchezza, ceto sociale, anche all’interno del loro stesso paese.
La mostra sarà divisa in due blocchi principali, un Nucleo Contemporaneo ed un Nucleo Storico, dove artisti queer, outsider, folk, indigeni si alterneranno ad opere del XX secolo provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo. Una sezione speciale del Nucleo Storico sarà dedicata a quegli artisti italiani “che hanno viaggiato e si sono trasferiti all’estero costruendo le loro vite e carriere professionali in Africa, Asia, America Latina, così come nel resto d’Europa, integrandosi e radicandosi con le culture locali”, ha affermato Pedrosa durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi nella giornata di ieri, 22 giugno.
Il contributo curatoriale di Pedrosa si presenta quindi come interprete di un mondo in continua evoluzione, sempre più instabile e complesso, attraverso il palcoscenico della Biennale che più che mai si dimostra Internazionale.