Si rinnova il felice matrimonio tra Keith Haring e Pisa: la mostra al Palazzo Blu
Il nome e la figura di Keith Haring sono da decenni legati alla città di Pisa: é nel 1989 che l’artista realizza su una delle pareti esterne dalla chiesa di Sant’Antonio Abate il suo celebre Tuttomondo, opera murale che rappresenta il suo ultimo lascito artistico, dal momento che morirà l’anno successivo.
Un fortuito incontro aveva portato alla realizzazione del progetto, grazie al ruolo fondamentale del giovane studente italiano Piergiorgio Castellani, che in un suo soggiorno a New York aveva avuto l’occasione di conoscere l’artista: la sua curiosità e il suo interesse avevano portato alla creazione di un forte legame tra i due, culminato appunto nell’arrivo di Haring in Italia per la realizzazione dell’opera, fortemente sostenuta dall’amministrazione comunale della città che riuscì ad ottenere, quasi incredibilmente, il consenso del convento di cui la chiesa faceva parte.
Nasceva così un’opera perfettamente integrata nel contesto urbano, veicolo di un universale messaggio di pace che andava oltre qualsiasi ideologia e differenza.
Più di trent’anni dopo, Pisa torna a celebrare il suo legame con Keith Haring, dedicandogli una mostra monografica presso il Palazzo Blu, sede delle collezioni della Fondazione Pisa, nonché centro catalizzatore di mostre ed eventi dedicati ad arte e cultura.
È la collaborazione con la Nakamura Keith Haring Collection, collezione privata di opere dell’artista appartenenti all’imprenditore Kazuo Nakamura con sede a Hokuto (Giappone), in particolare nella persona della Chief Curator Kaoru Yanase.
Attraverso le quasi 200 opere esposte, e finora mai ospitate in Europa, è stato realizzato un itinerario attraverso la sua vita, dalle prime opere alle serie più conosciute, con focus inerenti a tutte le tecniche e i materiali esplorati da Haring nel corso della sua carriera.
Le immagini da cartone animato, i colori accesi e le linee spesse hanno da sempre voluto veicolare messaggi di un certo spessore, che esprimevano i problemi e le preoccupazioni della società che Keith Haring conosceva e viveva, trasformandosi in un immagini iconiche che gli hanno garantito l’immortalità, riconoscendogli un ruolo fondamentale all’interno del contesto artistico del secondo Novecento, e che ancora oggi parlano a chi le ammira con un’incredibile capacità di rimanere costantemente contemporanee.