#ScoprendoVenezia: la Fondazione Querini Stampalia

La Fondazione Querini Stampalia ha sede nell’omonimo palazzo e si sviluppa su quattro piani, di cui uno occupato da una biblioteca.

L’edificio risale al XII secolo ma solo nel 1869 diventa luogo di promozione delle discipline e biblioteca: Giovanni Querini è il protagonista di questo cambiamento, la sua morte infatti coincide con la nascita della Fondazione Querini.
L’area della biglietteria e dell’entrata è stata progettata dall’architetto ticinese, Mario Botta, il quale omaggia la città e il suo maestro, Carlo Scarpa, con quest’opera.

 

Tintoretto, Paradiso (bozzetto)

 

Al piano terra troviamo l’area Carlo Scarpa, nominata in questo modo proprio perchè l’intervento di restauro è stato progettato e attuato dall’architetto Scarpa negli anni ‘60 del ‘900. Quest’area è sempre stata soggetta all’acqua alta, tipica veneziana e per questo motivo Scarpa trova un modo per inserire l’acqua alta all’interno del palazzo in quanto parte integrante della città.

In quest’area, il 2 ottobre 2021 è stata inaugurata una mostra dedicata al legame tra Italia e Norvegia “Skrei. Il viaggio” a cura di Valentina Tamborra. Questo tema riporta in qualche modo al protagonista della fondazione, Giovanni Querini, che portò lo stoccafisso in Italia.

Come detto in precedenza, al primo piano troviamo la biblioteca, voluta proprio per permettere agli studiosi di dedicarsi ai propri studi.
Il secondo piano ospita la collezione della Casa Museo: su questo piano troviamo elementi caratteristici della vita veneziana del XVIII secolo. La visita parte dal salotto fino a giungere alla camera da letto e al boudoir, ambiente dedicato Caterina Querini, di cui troviamo un ritratto.

 

Sala Gabriele Bella

 

Importante per comprendere meglio la vita quotidiana a Venezia nel 1700 è la parte dedicata a un pittore, Gabriel Bella, che dedicò 93 opere a scene di vita quotidiana come la Candelora, giochi come la caccia al toro, lezioni di geografia.

La famiglia Querini è stata una delle famiglie apostoliche di Venezia e con Giovanni Querini diventa anche una di quelle più visionarie: da questo momento infatti la collezione diventa museo ed è grazie a lui se oggi noi possiamo visitare e osservare tante opere d’arte.