Saadiyat Island: il futuristico complesso museale di Abu Dhabi
Negli ultimi anni la capitale degli Emirati Arabi Uniti ha trovato spazio in diversi dibattiti a causa della sua volontà di investire tante risorse in un nuovo complesso museale.
Questo grande investimento è iniziato nei primi anni 2000 ed è tutt’oggi in continua espansione grazie anche a tante collaborazioni internazionali.
Due sono le realtà occidentali che entrano a far parte anche della penisola arabica grazie ai progetti di due grandi archistar.
L’edificio del Louvre, progettato a partire dal 2005 da Jean Nouvel e inaugurato nel 2017, fa parte del complesso museale dell’area di Saadiyat Island.
Non è da confondere con il Louvre parigino da cui dista 7000 km, con cui però nel 2007 ha stretto un accordo trentennale per il prestito del nome per il quale il governo emiratino ha dovuto pagare l’ingente somma di 525 milioni di dollari.
Questa partnership è stata pensata per creare una maggiore consapevolezza artistica e un continuo progresso culturale ed economico all’interno della penisola arabica, tutt’ora in atto. L’accordo tra i due poli ha dunque l’intento di internazionalizzare il mondo dell’arte, in particolar modo rafforzando il legame tra Francia e Emirati Arabi Uniti.
Come il suo omonimo francese, anche il Louvre emiratino vuole creare intrecci culturali con collezioni che dalla Mesopotamia e dalle religioni universali fino a giungere ai vasti imperi commerciali mondiali.
Nello stesso complesso museale, nel 2006 è stata annunciata la realizzazione del Guggenheim Museum di Abu Dhabi, la cui apertura è prevista nel 2026.
Il progetto, curato da Frank Gehry riprende lo stile del suo Guggenheim di Bilbao, nella ricchezza di materiali innovativi e luminosi che richiamano una linea futuristica con inserti in vetro e metallo. Il tutto si integra perfettamente nel paesaggio emiratino con toni e riflessi dorati.
L’edificio pone al centro l’analisi della luce come elemento costruttivo, con ponti di vetro che collegano le varie sale museali e che invitano i visitatori a scoprire e ad inseguire l’elemento luminoso all’interno del percorso espositivo. Gehry stesso definisce questa struttura “intentionally messy, moving into clarity”, dando così spazio a una riflessione sul concetto stesso di luce e di trasparenza.
La struttura sarà più grande del museo newyorkese e ospiterà 12mila metri quadrati di spazi espositivi, il progetto includerà anche un laboratorio di restauro, un centro per l’arte e tecnologia e un centro di cultura contemporanea araba, islamica e medio orientale.
Nel distretto di Saadiyat Island verrà costruito inoltre un centro per le arti visive, progettato da Zaha Hadid, che avrà una capienza complessiva di circa 6300 persone e sarà costituito da diverse aree per ogni genere di arte performativa, con una struttura che rimanda alla sinuosità tipica dell’architetto, la quale verrà in realtà ripresa anche dal Museo Marittimo ideato da Tadao Ando, come celebrazione dell’eredità marittima del Paese e della sua lunga relazione con il mare.
Il museo sorgerà su un bacino d’acqua artificiale e avrà, anch’esso, una forma semplice ed essenziale in cui la luce e la trasparenza saranno protagoniste, confermando i denominatori comuni
di questi nuovi spazi.