Ravenna celebra Dante – con la partecipazione di Edoardo Tresoldi
Un progetto espositivo lungo un anno e più: Ravenna ha pensato in grande per celebrare quei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, con una base una partnership di realtà di un certo livello tra cui chiaramente spiccano il Comune con il suo Assessorato alla Cultura, insieme al MAR – il museo d’arte della città.
Il primo evento, che iniziando nel 2020 ha poi occupato gran parte del 2021, è stato “Inclusa est flamma”, un salto nel tempo di 100 anni per ripercorrere proprio il sedimentario della morte celebrato a Ravenna appunto nel 1921.
A questo si è affiancata la mostra “Le Arti al tempo dell’esilio”, che puntando a ripercorrere le tappe dell’esilio dantesco a raccolto in sé capolavori provenienti da istituzioni italiane e internazionali.
La terza esposizione che è in procinto di aprire le sue porte verrà ospitata proprio al MAR: “Un’epopea POP” concentra l’attenzione sulla popolarità di Dante nei secoli e nei diversi mezzi espressivi o di comunicazione, per fini più o meno artistici o commerciali e tra gli eventi collaterali ad essa legati rientra proprio un viaggio nell’arte e negli artisti contemporanei, la cui produzione in qualche modo si intrecci con riferimenti alle tematiche chiave del poeta.
Tra i rilevanti nomi che si vedranno come parte della mostra (Robert Rauschenberg o Gilberto Zorio, solo per citarne alcuni), quello che da un certo punto di vista più attrae è proprio italiano: Edoardo Tresoldi porterà il suo Sacral al centro del chiostro del Museo.
L’installazione risale al 2016 ed era stata presentata come parte della mostra “Il paradiso inclinato” tenutasi presso il complesso dell’Ex Dogana nel centro di Roma. Era poi riapparsa nel 2018 al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano.
In un’installazione che ancora una volta è perfettamente esplicativa di quel pensiero che guida la progettazione di Tresoldi con le trasparenze che costruiscono uno spazio che non c’è, i riferimenti classici e rinascimentali, il dialogo del metallo con il contesto; si è voluta offrire una rilettura contemporanea di quel “nobile castello” dal IV canto dell’Inferno, dove hanno trovato dimora gli “spiriti magni”.
Un’esperienza da vivere in prima persona, che sublima un’eredità così strettamente legata al patrimonio italiano rendendola sempre attuale, ma che conferma ancora una volta la potenza espressiva dell’artista.