Piazza della Signoria contemporanea: dopo Koons, Fabre, Fischer, Penone arriva Vezzoli
Il passato e il presente dell’arte hanno negli ultimi anni celebrato numerose splendide nozze nella cornice di Piazza della Signoria a Firenze, confermando la sua posizione di culla della cultura.
Nel 2015, Jeff Koons aveva celebrato il capoluogo toscano con una riedizione del Ratto più famoso della storia: “Pluto e Proserpina” era una monumentale scultura dorata con tanto di basamento marmoreo che per qualche mese aveva trovato casa appunto nella suddetta Piazza. Esito piuttosto ardito, sopratutto se confrontato con il contesto e i vicini di casata altro non ci si poteva aspettare dal pop artist per eccellenza.
Con tutte le discussioni e le critiche che aveva portato con sé, nel 2016 aveva poi lasciato il testimone a Jan Fabre, che in occasione della sua mostra “Spiritual Guards”: così l’imponente tartaruga di “Searching for Utopia” e il rinomato uomo con il metro in mano – “The man who measures the clouds (American version, 18 years older)” – avevano trovato il loro posto nella Piazza.
L’anno dopo è stata la volta di Urs Fischer, sempre in occasione della rassegna In Florence come era accaduto per Koons: “Big Clay #4” è un’opera al contempo monumentale ma altrettanto semplice e primordiale, verrà accompagnata da “Fabrizio” e “Francesco” – monumenti in cera onesti proprio consumarsi e trasformarsi in materia senza forma.
Qualche mese fa era invece apparso “Abete”, l’installazione di Giuseppe Penone in occasione delle celebrazioni pensate per ricordare il sette-centenario dalla nascita del Sommo Poeta, richiamando appunto un verso del Paradiso dantesco (“l’albero che vive de la cima / e frutta sempre e mai non perde foglia”).
A ottobre, tocca ad un altro artista italiano: il progetto “Francesco Vezzoli in Florence” prevederà la collocazione di una sua opera raffigurante un leone rampante con una testa romana tra le fauci, collocato su un plinto antico, per richiamare quel mix di stili ed epoche contraddistingue l’artista nelle sue ultime realizzazioni.
Gli farà compagnia una seconda scultura all’interno dello Studiolo di Francesco de Medici all’interno di Palazzo Vecchio: i dialoghi linguistici e formali offrono “nuove muse inquietanti, ricomponendo i frammenti di una civiltà perduta, ricordandoci che l’arte è sempre, prima di tutto, un fatto mentale”, come d’altronde testimoniano anche le opere che costituiscono il progetto “Palcoscenici Archeologici. Interventi curatoriali di Francesco Vezzoli” di Fondazione Brescia Musei, in corso presso le sedi archeologiche della città.