Palazzo Mazzetti ad Asti ospita la rivoluzione dei Macchiaioli
Nel barocco Palazzo Mazzetti di Asti, si snoda il racconto di quel gruppo di artisti che a metà Ottocento si riuniva al Caffè Michelangiolo di Firenze, in reazione alla maniera tradizionale portata avanti dalla Accademia di Belle Arti per abbandonare i più classici soggetti in favore di una più contemporanea pittura dal vero.
Dopo qualche anno di sperimentazioni, i Macchiaioli prendono il proprio nome negli anni Sessanta dell’Ottocento, in seguito a una recensione sulla Gazzetta del Popolo relativa a una mostra organizzata dalla Società Promotrice Fiorentina: le macchie sono il loro segno distintivo e la modalità attraverso cui si esprimono, con campiture di colore in contrasto tra loro.
I Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna comprende più di ottanta opere, che ripercorrono la storia di questo movimento attraverso i suoi maggiori esponenti, dal Tramonto in Maremma di Giovanni Fattori, al Signore al pianoforte di Giovanni Boldini e Mamma con bambino di Silvestro Lega, con citazioni di artisti più o meno popolari come Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati, Odoardo Borrani.
Il percorso è una narrazione dagli esordi fino alla conclusione di questa avventura artistica, attraverso il suo evolversi, grazie alla curatela dello storico dell’arte Tiziano Panconi che riesce a mettere qui a confronto opere degli inizi, dove la “macchia” era più presente, fino ad arrivare a opere caratteristiche del naturalismo toscano, partendo dagli anni ‘50 dell’Ottocento e spingendosi fino agli inizi del XX secolo.
Nelle sei sezione in cui si articola, si costruisce una cronologia che evidenzia i temi che più hanno animato i maestri, in opere più celebri e lavori meno noti, dalla natura alla vita quotidiana e domestica, al Risorgimento che tanto ha animato il loro spirito rendendo importanti questioni sociali, in un richiamo che in realtà precede gli esiti del ben più noto Impressionismo francese.