Occhi, mani, gesti, saperi. A Homo Faber 2022 le eccellenze dell’artigianato d’autore contemporaneo
Dal 10 aprile la celebrazione della maestria artigiana mondiale è solo all’isola di San Giorgio Maggiore.
Homo Faber è l’incontro per eccellenza con l’artigianato artistico internazionale dove i veri protagonisti sono i maestri artigiani contemporanei che proporranno il proprio lavoro al pubblico senza filtri in una formula diretta di condivisione del backstage della propria attività tramite dimostrazioni e incontri live.
Quest’anno alla sua seconda edizione, l’iniziativa si estenderà per quasi 4.000 metri quadrati nelle strutture isolane della Fondazione Cini a Venezia. Un’opportunità esclusiva per scoprire in prima persona anche spazi solitamente chiusi al pubblico come la Biblioteca Longhena e la Piscina Gandini, tesori della creatività internazionale.
Il titolo ‐ Living Treasures of Europe and Japan ‐ rivela il focus dell’iniziativa che intende creare un ponte di conoscenza con le arti tradizionali del Giappone illustrandone l’influenza e le connessioni con le soluzioni formali europee. Un’attenzione particolare sarà dedicata infatti ai “12 Tesori nazionali viventi del Giappone”, espressione con la quale nel paese del Sol Levante si attesta l’eccellenza dei propri migliori artigiani per preservarne le competenze nel futuro. Nel progetto vengono messi in luce gli eccezionali manufatti, simbolo dell’abilità artigianale millenaria giapponese come le porcellana, le arpe laccate o i kimono tinti a mano.
Homo Faber è intesa come una mostra diffusa che “esce” dall’isola di San Giorgio per abbracciare anche i laboratori e gli atelier nascosti tra calli e campi del centro storico veneziano con tre settimane di iniziative che guardano alla pratica dell’artigianato artistico in un’ottica di sostenibilità e salvaguardia a lungo termine.
Qualche numero? Sono 15 le mostre curate da 22 tra designer e curatori internazionali con l’organizzazione della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship in partnership con la Fondazione Giorgio Cini, la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, la Japan Foundation e la Fondation Bettencourt Schueller.
Una fotografia della creatività umana contemporanea dove il “saper fare” acquista una dimensione scenica e interattiva.