“Non ignorarmi”: l’arte degli invisibili
Antoine de Saint-Exupéry ne “Il piccolo principe” , con una massima che l’ha reso noto in tutto il mondo, sosteneva – avendo ragione – che l’essenziale è invisibile agli occhi.
Nell’arte però c’è anche chi quell’invisibilità l’ha voluta rendere visibile.
Nel 2008, la filiale di Shanghai dell’ Ogilvy & Mather Advertising, una delle più rinomate agenzie pubblicitarie al mondo, sotto la direzione artistica di Kevin Lee, ha realizzato un progetto a supporto di Unicef Cina proprio sul tema dell’invisibilità che, trattandosi di Unicef e avendo come protagonisti i bambini, assume maggiore drammaticità.
La collaborazione dal titolo “不要忽略我” ovvero “Non ignorarmi” rivolgeva l’attenzione sull’altissimo numero di bambini cinesi costretti a vivere in condizioni di disagio o povertà senza poter godere nemmeno dei diritti minimi. Secondo i dati, nell’anno della campagna, erano più di un milione e mezzo.
Le opere al centro dell’iniziativa sono delle foto che rappresentano, appunto, tre bambini in diverse zone della città che, una volta resi invisibili tramite la tecnica del camouflage, si confondono con il paesaggio retrostante: marciapiedi, cartelli stradali, scalinate.
Sono accompagnati da un cartello con scritto “Non ignorarmi”.
La parte visual del progetto è stata assegnata a Liu Bolin: artista cinese, noto al pubblico nazionale e internazionale per il rapporto controverso con il governo di Pechino, è famoso per le sue performances di camouflage attraverso cui, mimetizzandosi con il paesaggio, si rende “invisibile” esattamente come i bambini. L’ha fatto anche in Italia: a Roma nel 2017, davanti al Colosseo e nel 2019 a Milano, in piazza Duomo.
“Non ignorarmi” è stata una delle campagne di maggior successo per Unicef Cina: per la bellezza, l’immediatezza e la delicatezza con cui, grazie all’arte e alla fotografia, ha sensibilizzato il paese verso un tema tanto crudo e forte.