Mario Sironi: una retrospettiva firmata Museo del ‘900.

Al Museo del ‘900 milanese è stata allestita una mostra dedicata all’artista novecentesco Mario Sironi con importanti prestiti da tutta l’Italia, dalla Fondazione Guggenheim di Venezia alla Pinacoteca di Brera e Ca’ Pesaro.

L’esposizione si articola in diverse sale che ripercorrono la carriera dell’artista, dagli albori fino alle ultime opere degli anni ‘60, in collaborazione con Andrea Sironi-Strausswald (Associazione Mario Sironi, Milano) e Romana Sironi (Archivio Mario Sironi di Romana Sironi, Roma).

 

 

L’ordine cronologico voluto dalla curatrice Elena Pontiggia e dalla direttrice del Museo Anna Maria Montaldo, permette al visitatore di avere un’ampia e completa visione del percorso di Sironi nel corso degli anni.

Attraversando le diverse sale si nota l’evoluzione artistica e personale di Mario Sironi, avvenuta anche grazie all’influenza degli artisti con cui si rapporta, del calibro di Funi e Carrà: sono esposte opere provenienti dai vari periodi come “Ars et Amor (Ex libris, 1901-02)”, dagli inizi della sua carriera, o lavori futuristi come “Ballerina (1913)” o “Composizione futurista (1915)”.

Proseguendo nel percorso espositivo è possibile immedesimarsi nell’artista, comprendendone il cambiamento interiore.

 

 

Se negli anni ‘10 Sironi si affacciava al mondo futurista, negli anni ‘20 invece si avvicina al mondo della metafisica come possiamo notare nell’opera “La Venere dei porti (1919)” qui esposta. Dalla metafisica si sposta verso la matericità, concentrandosi quindi sul colore e sulla concretezza della materia: “Paesaggio (Casa e albero, 1929)” ne è un chiaro esempio.

La mostra si propone si conclude con alcune sale dedicate alle opere degli ultimi anni dove Sironi si accosta alla tecnica dell’affresco ma rimanendo sempre in spazi limitati.
Un esempio è “L’ultimo quadro (1961)”, denominato in questo modo dall’artista stesso e che porta il visitatore alla conclusione della mostra.