L’elogio di grafica, architettura e design: Marcello Morandini e la sua Fondazione a Varese
Nasce qualche anno fa la Fondazione Marcello Morandini, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza della sua figura attraverso l’esposizione e la valorizzazione delle sue opere, e come sua sede viene scelta la novecentesca Villa Zanotti, con un’operazione di restauro e rifunzionalizzazione dei suoi spazi. Diventa quindi un luogo fondamentale per la città di Varese, con una proposta che interessa gli esperti del settore ma coinvolge anche il pubblico più ampio.
Morandini, mantovano d’origine e varesino d’adozione, spazia da sempre dall’architettura, alla grafica, al disegno inserendosi così tra Concretismo e Costruttivismo, e imponendosi al contempo a livello nazionale e internazionale, come testimoniano la sua prima personale a Genova nel 1965 curata da Germano Celant, la partecipazione tra il 1967 e il 1968 alla Biennale di San Paolo e alla Biennale di Venezia, l’esposizione del 2008 presso gli spazi veneziani di Ca’ Pesaro e nel 2014 presso il Museo Nazionale d’Arte Moderna di Roma solo per fare degli esempi.
Opera a livello architettonico come nella Spiegelhaus di Selb (1987) e Piazza Montegrappa a Varese (2005), nel design come l’Alfabeto Morandini (1986) e all’arte attraversoopere scultoree in legno come “189/1973” o il progetto per il Museo di Ingolstadt, Morandini spazia abilmente all’interno dell’arte contemporanea, sperimentandola nelle sue diverse forme.
La Fondazione Marcello Morandini dà una visione completa del percorso artistico dell’artista mantovano concretizzandolo attraverso diversi esempi delle sue opere che vengono ospitate negli spazi della Villa, da “N. Archivio 1424”, progettata per la personale del 2014 presso la GNAM di Roma a “N. Archivio 93”, entrata a far parte della collezione della Fondazione nel 2017.
Gli spazi esterni sono parte integrante dell’esperienza di Morandini: gli alberi presenti nel giardino sono infatti circondati ognuno da un anello bianco, che i visitatori potranno adottare divenendo così fondamentali per la sua opera.
Il progetto è la perfetta espressione della volontà di Morandini, “perché ogni artista desidera avere un presente e un futuro codificati e descritti”, diventata realtà grazie al fondamentale apporto di una coppia di suoi collezionisti che hanno concretamente partecipato alla nascita e alla partecipazione dello spazio a lui dedicato.