Le icone ingabbiate di Daniele Accossato
Daniele Accossato nasce a Torino nel 1987, dove tuttora vive e lavora. Fin da giovanissimo, sceglie come suo mezzo espressivo la scultura, diplomandosi all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino nel 2011.
Ispirato da mitologia e storia, i suoi lavori approfondiscono le radici culturali e artistiche, scolpendo antichi eroi, divinità, angeli e inserendoli in nuovi contesti. La scelta di soggetti archetipici e immagini simboliche come protagonisti delle sue opere parte dalla volontà di interiorizzare, filtrare e superare la cultura che ci sta attorno. La citazione non si ferma ad una semplice riverenza, le icone nelle opere di Accossato vengono maltrattate, celate, costrette, sacrificate, tirate giù dal piedistallo e messe strettamente a confronto con l’osservatore. Si tratta di un gesto dissacrante e umanizzante nei confronti di questi classici, presenti nell’immaginario di tutti noi e resi in questo modo più tangibili e meno eteree.
L’uso di materiali terrosi, come la creta, per la creazione prima delle immagini plastiche è un modo per l’artista di esprimersi con immediatezza, per rendere tangibile l’immagine ideata. Dopo la fase di modellato, Accossato passa alla creazione dell’opera vera e propria, cercando un compromesso efficace per non snaturare l’idea originaria. La scelta ricade su materiali duraturi come resine, cemento, bronzo e ceramica.
Estrema importanza viene data non più solamente alla pura icona, ma anche al suo contenitore, alla sua cornice. Le sculture vengono infatti esposte nei loro involucri di trasporto, in casse/gabbie che sono protezione e prigione. É questo il gesto che rende contemporanee le immagini scelte dall’artista, che vengono decontestualizzate e ingabbiate nei loro imballaggi, celando e scoprendo lati nuovi delle opere. Si tratta anche di una gesto di sfida nei confronti della mercificazione dell’arte, anche di quella più “sacra” e intoccabile.