Laurence des Cars al Louvre: una donna, ma soprattutto una professionista
La questione delle quote rosa agita conversazioni e animi, nel settore cultura tanto quanto in molti altri.
Di conseguenza, ogni volta che una donna assume una carica di rilievo, spuntano notizie in ogni dove. E bisogna dirlo, spesso e volentieri queste donne se le meritano le notizie.
E non se le meritano solo in quanto donne, ma anche per le invidiabili carriere e capacità che portano con sé: come nel caso di Laurence des Cars, appena nominata direttrice del Louvre dal presidente Macron.
Per i più esperti di istituzioni d’oltralpe, il nome sarà sicuramente noto: infatti la neo direttrice è stata la donna a capo del Musée d’Orsay e dell’Orangerie.
Tra l’altro non è del tutto nuova neanche all’ambiente del Louvre in generale, dal momento che in quanto direttrice dell’Agence France-Muséums, aveva lavorato allo sviluppo della sede di Abu Dhabi del museo.
A questo si aggiungono comunque una laurea in storia dell’arte con specializzazione sull’arte del XIX e XX secolo, l’esperienza come curatrice e autrice.
La sfida che Laurence Des Cars ha accolto ha un certo spessore: si tratta di rialzare un museo che nel 2019 ha avuto quasi 10 milioni di visitatori e che sta inevitabilmente soffrendo le conseguenze di mesi di chiusure e cambiamenti dovuti alla pandemia.
Ma in questo contesto, il suo progetto “Louvre 2030” parla chiaro: aprirsi al contemporaneo tramite il passato, con una particolare attenzione rivolta ai giovani, che saranno al centro del suo lavoro, con una prospettiva che le sue stesse parole lasciano chiaramente intravedere: “Viviamo in un momento emozionante, ma complicato. Il museo è la cassa di risonanza della società. Ha sempre rispecchiato il mondo che lo circonda. Non è solo un luogo di conservazione, ma anche di trasmissione. Per fare questo, devi ascoltare il pubblico e le sue diverse sensibilità”