L’arte ambientale ci mette di fronte alla realtà: ora è il momento di agire
La lotta i cambiamenti climatici sta assumendo un’importanza sempre maggiore, ed è altrettanto importante che se ne parli, informandosi e condividendo l’urgenza di questi temi. È questo uno degli obiettivi chiave che l’arte ambientale contemporanea si propone.
Per capire più approfonditamente il senso di questa corrente artistica però, dobbiamo risalire alle sue origini fino ai giorni nostri, oltre che al significato di questo termine.
Innanzitutto, è fondamentale sottolineare che il concetto di arte ambientale è molto più complesso di quanto si possa immaginare: include la relazione tra l’artista e l’ambiente naturale, sociale, storico, politico e culturale.
Influenzata dal futurismo, dal dadaismo e dal surrealismo, eredita una miriade di tecniche e materiali differenti ma tutte le opere ambientali sono accumunate da un’unica volontà: superare l’autonomia dell’opera d’arte rispetto al suo contesto.
L’ambiente in cui l’opera si colloca, in questo modo, diviene esso stesso parte del progetto artistico: ad esempio le installazioni immerse nei boschi o la riqualificazione di vecchi edifici asettici attraverso la street art.
È il caso del progetto di street art “See Walls Artists For Oceans” ideato dall’associazione no profit PangeaSeed Foundation, che si pone il fine di rieducare i passanti riguardo l’importanza di prendersi cura dei nostri mari.
La necessità di sensibilizzare sulle condizioni e sui rischi dell’incuranza umana verso il nostro pianeta ispira le creazioni di innumerevoli artisti.
Uno tra questi è l’esponente dell’Arte Povera Giuseppe Penone, la cui ricerca è concentrata sul rapporto tra uomo e natura. “Respirare l’ombra” è una delle sue opere più riflessive, che richiama i perfetti cicli naturali rovinati dalla mano umana che inaridisce e modifica l’armonia del paesaggio.
Quando si parla di cambiamento climatico però, tra i temi più importanti troviamo quello del riciclo. Così l’artista giapponese Mika Koizumi ha trovato un modo di dar vita alle bottiglie di plastica gettate via, trasformandole in monumentali acquari dentro cui nuotano meravigliose meduse colorate.
Tra gli artisti che hanno lasciato un’impronta nell’arte ambientale non si possono non citare Icy e Sot, le cui opere affrontano i delicati temi dei diritti umani, delle insidie del capitalismo e quindi dell’emergenza climatica.
Tramite le loro installazioni vogliono indurre l’osservatore alla riflessione: un emblematico esempio è l’opera “Our house is on fire”, con cui sono andati dritti al punto. Ricreando la silhouette di una casa, le hanno dato fuoco lanciando uno specifico messaggio: per quanto tempo lasceremo andare a fuoco la nostra casa, il pianeta terra, prima di fare qualcosa?
La crisi climatica avanza e si fa spazio prepotentemente nella vita di ognuno di noi, ogni tanto però non sembriamo disposti ad accorgercene. L’arte ambientale ce lo ricorda a gran voce.