La lotta coreana al patriarcato raccontata a Venezia dall’artista Oh Myung Hee
L’artista Oh Myung Hee, in mostra a Palazzo Mora a Venezia, ci fa ripercorrere la linea temporale della cultura coreana fino a giungere al secondo dopo-guerra.
Oh Myung Hee ci racconta la storia della conquista dei diritti e del riconoscimento femminile, i cui movimenti sono iniziati proprio in un periodo di miseria e di ricostruzione di un popolo esausto, in particolar modo in seguito alla Guerra di Corea.
Le donne hanno trovato da qui il seme del coraggio, e lo hanno coltivato sino alla ribellione nei confronti del patriarcato.
L’artista racconta che la voglia di riesplorare questo periodo della storia del suo paese è nata dal ritrovamento di una foto di famiglia. La fotografia ritraeva suo suocero con a fianco due donne: moglie e concubina, costrette a vivere insieme e a servire il capo famiglia, costrette a soffocare ogni aspirazione e diritto.
La svolta fondamentale, per la presa di coscienza delle donne coreane fu l’arrivo in Giappone, nel 1953, dell’icona americana Marylin Monroe. La sua esibizione di fronte ai 17.000 soldati svelò a ognuna la potenza della femminilità.
È proprio un’affermazione dell’attrice americana che ispira il titolo della mostra “It was snowing but I felt warm”.
In questa esposizione, Oh Myung Hee incarna il potente prisma della femminilità e della libertà nei volteggianti petali del fior di pesco, tra cui volano libere graziose rondini e farfalle. Fanno da sfondo le antiche foto di famiglia.
Risuonano potenti le parole dell’artista, che afferma un forte messaggio di fiducia, rivolto a ognuno di noi: “Proprio come nella vita, le mie opere mirano a comunicare che, sebbene affrontiamo dolore, conflitti e innumerevoli difficoltà, la primavera torna in giro, e proprio come i fiori sbocciano, così accade anche per la speranza e il calore”.