Khari Turner e la simbolicità dell’acqua: ispira, ricorda, celebra
Khari Turner, artista originario del Milwaukee, sfrutta la potenza simbolica di una specifica materia, l’acqua, sino a produrre delle sgargianti opere che celano il richiamo alla storia dei suoi antenati.
Egli, infatti, mescola vernici composte per circa il 60% d’acqua, richiamando la composizione del corpo umano. Combina così rendering astratti e realistici di figure nere per sottolineare il rapporto fisico e spirituale dei suoi antenati con questo elemento.
La fonte scelta dall’artista non è casuale, tutt’altro: utilizza l’acqua raccolta dall’oceano, dai fiumi e dai mari che hanno toccato storicamente il popolo nero.
L’intento di Turner, il quale dichiara di aver sentito sin da giovanissimo un particolare legame con questo elemento, è di avvicinarsi alla realtà delle atrocità subite dal suo popolo con una prospettiva diversa da quella comune.
La sua arte non vuole riprodurre le immagini visive che mostrano figurativamente la schiavitù, le immigrazioni, le morti in mare.
Non riproduce così l’angosciosa agonia delle vittime, ma vuole soltanto riportare alla memoria la storia del proprio popolo.
L’artista in un’intervista, infatti, dichiara: “Mi concentro sulla storia nera per celebrare i miei antenati per il fatto di essere sopravvissuti alle sfide che hanno affrontato, non per mostrare il loro dolore. Dipingo per riportare le storie con immagini che contengono un’eleganza e un caos che derivano da questa esistenza” E quale miglior modo per onorare i propri predecessori se non omaggiandoli tramite queste meravigliose opere, cariche di sentimento?
Così l’artista decide di aprirsi al futuro, pur tenendo conto del passato, raffigurando immagini felici e gioiose: è il caso, ad esempio, di River Steps (2022), in cui l’artista ritrae un bambino mentre gioca a basket.
Le opere dell’artista possono essere ammirate fino al 27 novembre anche a Venezia. Per la Biennale Arte 2022, infatti, alcuni dei lavori di Khari Turner sono in mostra a Palazzo Bembo.