Intervista ad Artæria Hub
SpeakART: Cominciamo da una domanda semplice ma essenziale: cosa vi ha spinto a iniziare?
Artæria Hub: Proveniamo tutti da studi riguardanti l’arte e la cultura dal punto di vista amministrativo ed economico. Questo, al contrario di ciò che magari si potrebbe immaginare, ci ha spinti a osservare il settore culturale con uno spirito fortemente critico rispetto alle problematiche, alla gestione e ai protagonisti. Le prime esperienze di lavoro, e di conseguenza le relazioni, hanno consolidato i nostri dubbi sul settore e hanno permesso di far nascere in noi la necessità di trovare un posto e un ruolo che ci appartenesse, ma anche quella di poter aiutare gli altri a trovarlo.
SpeakART: Come siete riusciti a dare una forma concreta e un nome alla vostra idea? Quali sono gli step che avete compiuto?
Artæría Hub: Oltre alle ore di sonno perse e alle litigate, artæría hub è nata con un obiettivo che ne delimitava già la forma, ovvero quella di organizzare degli eventi espositivi accessibili a chiunque (e di conseguenza supportare la diffusione dell’arte contemporanea, troppo spesso ridotta a un “potevo farlo anch’io”) e con un intento di valorizzazione territoriale, pur rimanendo tassativamente nel vincolo dell’arte emergente.
Abbiamo cercato di seguire le “regole” tanto studiate sui libri delineando inizialmente una mission, una vision e una ragione sociale che meglio potesse adattarsi alle nostre necessità. Da lì, abbiamo cominciato semplicemente “a mettere le mani in pasta”. Il nome è nato come un gioco di parole: doveva trattarsi di arte, ma volevamo dare l’idea di una bottega (come una salumeria, una farmacia ecc.). L’æ invece sta per “Artisti Emergenti”.
SpeakART: A un anno dalla fondazione di Artæria hub, quali sono i risultati ottenuti e come hanno risposto quelli che sono diventati i vostri sostenitori?
Artæría Hub: Abbiamo ancora tantissimo da imparare e approfondire e ogni giorno ci misuriamo con noi stessi, con le nostre capacità e con il mondo dell’arte, una realtà molto complessa. Al momento ogni piccolo passo è per noi ancora una sfida quindi ogni apprezzamento per il nostro lavoro rappresenta già un traguardo.
Al contempo, abbastanza inaspettatamente, abbiamo riscontrato molto supporto e interesse da parte degli artisti, del pubblico ma anche da parte delle istituzioni. Tutte le persone con cui ci siamo relazionati si sono mostrate disponibili a lavorare con noi e questo ci ha offerto molte opportunità, con le quali avremo nel futuro la possibilità di confrontarci.
SpeakART: Qual è il filo conduttore delle vostre scelte?
Artæría Hub: Sicuramente uno dei punti salienti è l’accessibilità: la newsletter, ad esempio, è nata con l’obiettivo di fare informazione in maniera semplice e simpatica riguardo i trend dell’arte contemporanea, che spesso va contestualizzata per essere capita. Artisti e luoghi a loro volta devono poter accedere a delle opportunità per affermarsi ed essere valorizzati.
SpeakART: Avete intenzione di portare il vostro progetto in uno spazio fisico (oltre agli spazi di “Pareti d’Arte”)?
Artæría Hub: Ci piacerebbe molto. Teniamo al carattere itinerante del progetto che rientra nel concetto di valorizzazione territoriale ed è importante, per riuscire in questo intento, interfacciarci con persone, luoghi, realtà diverse. Tuttavia ci piacerebbe anche avere un luogo che rappresenti una base, una casa, un laboratorio di idee per i soggetti con cui collaboriamo. Questo è uno dei principali aspetti che stiamo cercando di delineare per il futuro.
SpeakART: Il mondo dei social è ormai essenziale per qualsiasi realtà, anche per la vostra ha avuto un ruolo così rilevante? Il periodo della pandemia ha influito sul vostro modo di pensare questo progetto?
Artæría Hub: I social sono di vitale importanza perché abbiamo bisogno di una community di sostenitori sempre più ampia e questi sono un modo efficacissimo per ottenerla. Ci permettono anche di svolgere alcune attività fondamentali di artæría ovvero tutte le operazioni che servono alla visibilità degli artisti e all’informazione sull’arte contemporanea. Il periodo della pandemia ha influito sulle fasi iniziali, perchè a causa dell’impossibilità di poter organizzare eventi in presenza, abbiamo avuto a disposizione delle tempistiche più lunghe per pensare e lavorare sulle fasi embrionali.
SpeakART: Avete nuove idee e in mente per il futuro? Qualche anticipazione sulle vostre prossime iniziative?
Artæría Hub: Prossimamente avremo in gestione la programmazione culturale di Lavena Ponte Tresa, un piccolo comune sul confine con la Svizzera. Inaugureremo a dicembre un evento espositivo con un’artista molto talentuosa, Veronica Barbato e per i mesi successivi abbiamo indetto un’open call per altri artisti. Nel frattempo continuerà l’attività dedicata alle “Pareti”, che inserisce l’arte negli ambienti commerciali. Le prossime saranno a Erba e a Milano, e stiamo lavorando al nostro spazio “base”. Siamo sempre attenti e aperti alla ricerca di nuovi spunti e stimoli.
SpeakART: Come una realtà giovane e innovativa: qual è la vostra opinione sul rapporto tra arte, digitale e tecnologia?
Artæría Hub: Questa per noi è una questione spinosa perché pensiamo che dipenda molto dal campo di applicazione e dal punto di incontro tra queste entità: ad esempio apprezziamo molto lo sforzo di alcune istituzioni culturali di rendere disponibile, durante la pandemia, sul sito dei tour virtuali sulla propria collezione permanente. Questo è un modo, a nostro avviso, innovativo e interessante di far combaciare le cose. Tuttavia crediamo che a questa transizione digitale debba continuare ad essere affiancata l’esperienza “live”. La tecnologia ha facilitato molteplici aspetti, è una cosa da cui può beneficiare anche il settore dell’arte, ha ancora bisogno però di trovare degli sviluppi integrati.