Intervista a Matilde Cadenti: Founder di MarignanaArte
Gallerie d’arte tra lockdown e digitale
SpeakART si rivolge a Matilde Cadenti, fondatrice della galleria MarignanaArte a Venezia, per un dialogo su come hanno vissuto il periodo di lockdown appena trascorso e sulla potenzialità dell’utilizzo del digitale nel settore.
SpeakART: Ciao Matilde, grazie per essere qui con noi.
Partiamo dall’inizio, parlaci del tuo percorso formativo e di come e perché nasce Marignana Arte?
Matilde Cadenti: Mi sono laureata alla facoltà di architettura IUAV a Venezia. Nel mio Lavoro come architetto ho collaborato in progetti di restauro di edifici storici, uno dei quali riguarda l’edificio al pianoterra del quale ho deciso di dare spazio alla mia passione per l’arte contemporanea aprendo la galleria Marignana Arte con mia madre, Emanuela Fadalti, anche lei architetto, collezionista e appassionata d’arte contemporanea.
Marignana Arte nasce nel 2013 nel Sestiere di Dorsoduro, rappresentando così un segno di continuità con una storia che ha inizio nel secondo dopoguerra con l’insediamento della Collezione Peggy Guggenheim e consacrandolo come “hub del contemporaneo” della città.
Lo spazio si trova al piano terra di un edificio gotico del Quattrocento, che è stato restaurato con l’intento di creare un ambiente che lasciasse intatte le tracce storiche esistenti senza che queste divenissero troppo presenti nei confronti delle opere che successivamente lo avrebbero occupato.
SpeakART: La galleria negli anni ha rappresentato ed esposto artisti affermati e di nuova generazione, ognuno con una sua caratterizzazione molto precisa. Qual è il filo conduttore delle vostre scelte?
Matilde Cadenti: Il programma della galleria esplora varie espressioni della ricerca artistica contemporanea, prestando attenzione sia alle proposte delle nuove generazioni che alla valorizzazione di artisti già affermati,con formazioni culturali e provenienze geografiche diverse.
Gli artisti con cui collaboriamo lavorano con media diversi (pittura, scultura, fotografia, installazioni) ma sono caratterizzati da una comune direzione linguistica che affronta il percorso del segno come traccia visuale, processo creativo, percorso di emergenza dell’emozione e lavorano con materiali che appartengono alla tradizione , rinnovandoli dall’interno, traducendo la memoria della cultura in proposte interdisciplinari.
Marignana Arte è inoltre impegnata in collaborazioni con istituzioni sia private che pubbliche, partecipando alla realizzazione di progetti internazionali oltre a far parte di Venice Galleries View, un’associazione di gallerie veneziane che si propone di valorizzare e sostenere l’arte contemporanea .
SpeakART: Arriviamo ad oggi: come siete riuscite a gestire il lavoro in questi due mesi di lockdown? Come sono cambiati i vostri programmi e che soluzioni avete adottato?
Matilde Cadenti: Il lockdown è arrivato in un momento molto delicato, praticamente subito dopo l’acqua alta che aveva colpito la città nei mesi di novembre e dicembre, appena Venezia sembrava dare segni di ripresa.
Per quanto ci riguarda siamo state costrette a posticipare l’opening di due mostre e ci siamo viste annullare la partecipazione ad una fiera a causa della cancellazione dell’evento.
Abbiamo mantenuto sempre costante la nostra presenza sui social e cercato di riorganizzare prontamente quanto in sospeso in modo da essere pronte alla riapertura. Inoltre in questo periodo abbiamo mantenuto le attività di collaborazione con le altre gallerie partecipando alla realizzazione di progetti come ad esempio Storage (apertura di un nuovo sito dove ogni galleria di Venice Galleries View presenta settimanalmente un’opera) e all’ideazione di nuovi eventi (collaborazione con M9 ed altro).
SpeakART: E ora che la galleria ha potuto riaprire, quali sono i vostri progetti per il futuro?
Matilde Cadenti: Marignana Arte ha riaperto venerdì 22 maggio con due progetti espositivi.
Gli spazi della galleria ospitano il secondo capitolo della collettiva I dreamed a dream, a cura di Domenico de Chirico e con opere di Maurizio Donzelli, Arthur Duff, Serena Fineschi, Aldo Grazzi, Silvia Infranco, Giulio Malinverni, Maurizio Pellegrin, Quayola, Donatella Spaziani e Marco Maria Zanin.
La mostra, che riflette sul tema del sogno e dell’onirico, è accompagnata da un testo del filosofo Jonathan Molinari e da alcuni versi del poeta contemporaneo Paolo Gambi, nell’ottica sperimentale di una esplorazione del rapporto fra arte visiva, letteratura e poesia.
La project room ospita invece la personale di Giulio Malinverni Lo sguardo di Giano (fino al 25 luglio), a cura di Daniele Capra, che raccoglie una selezione di lavori recenti dell’artista su tela, velluto, ardesia e marmo.
Abbiamo optato per un orario ridotto, infatti la galleria sarà aperta solo il venerdì pomeriggio (dalle 15.00 alle 19.00) e il sabato (dalle 11.30 alle 19.00), mentre negli altri giorni le mostre saranno visitabili su appuntamento. Nel contempo stiamo progettando una nuova esposizione da realizzare in concomitanza con la glass week (gli spazi della project room ospiteranno le opere di Lorenzo Passi, e con la Galleria Civica di Modena stiamo definendo la mostra di Quayola.
SpeakART: La comunicazione sui social si è dimostrata ancora più fondamentale in queste settimane: per voi risulta essere un surplus per raggiungere il vostro pubblico? Le vostre strategie sono cambiate?
Matilde Cadenti: Siamo sempre state una galleria molto attiva dal punto di vista della comunicazione: curiamo con attenzione il nostro sito web, inviamo newsletter mensili ai nostri contatti italiani e stranieri e ovviamente postiamo regolarmente sui social network le ultime news sulla galleria, le recensioni di articoli o blog relativi ai nostri artisti, fotografie e video.
Non si può negare che questi ultimi, in particolare in questo periodo, stiano cambiando il modo di “arrivare” all’arte contemporanea, consentendo ai propri iscritti di accedere sempre più velocemente alle informazioni e permettendo di essere parte di una comunità creativa in ogni angolo di mondo.
Siamo comunque consapevoli che nel nostro lavoro il rapporto diretto con l’opera d’arte rimarrà sempre qualcosa di imprescindibile e non rimpiazzabile dalla tecnologia, che può essere un ottimo strumento, ma che non può soppiantare il ruolo della galleria in quanto punto di incontro e scambio culturale.
SpeakART: Marignana Arte è parte del circuito di gallerie veneziane Venice Galleries View: il vostro progetto Storage, che si configura anche come marketplace, è nato in questo periodo o era qualcosa di già programmato? Qual è state la reazione?
Matilde Cadenti: In una città dagli equilibri delicati come Venezia, che si sta drammaticamente svuotando dei suoi abitanti e dove l’interesse per il contemporaneo è spesso focalizzato solo su eventi come la Biennale e le grandi mostre di Musei e Fondazioni, riteniamo che sia fondamentale che le gallerie d’arte contemporanea facciano rete in modo da inserirsi con maggior forza nel contesto culturale cittadino, proponendosi con continuità e offrendo un panorama di eventi dedicati ad un pubblico specializzato.
L’idea di realizzare un sito web era già in cantiere al fine di rafforzare maggiormente l’identità dell’associazione e rendere più facile reperire tutte le informazioni sui nostri progetti.
Storage, invece, è nato dalla contigenza del momento come tentativo di creare un portale virtuale che possa essere utilizzato dai visitatori come un’esperienza diretta per incontrare opere d’arte solitamente non accessibili e per valorizzare il lavoro degli stessi artisti.
I feedback da parte dei nostri clienti e della stampa sono stati molto positivi e anche noi siamo soddisfatte dei risultati che stanno emergendo da questa collaborazione tra le gallerie.
SpeakART: Siete riuscite a mantenere i contatti con i vostri collezionisti che normalmente sarebbero venuti a trovarvi in galleria? Com’è il loro rapporto con la tecnologia?
Matilde Cadenti: Durante i mesi di lockdown e chiusura forzata degli spazi espositivi, abbiamo avvertito il desiderio e la necessità di mantenere comunque il più possibile attivi e “prossimi” i rapporti con il nostro pubblico, nonostante la distanza fisica ci separasse. Abbiamo così sfruttato il tempo ed i mezzi multimediali a nostra disposizione per rafforzare ulteriormente l’identità della galleria ed i suoi legami, gettando un occhio sulle iniziative passate e permettendo così anche al pubblico più recente di conoscere la storia di Marignana Arte, gli artisti esposti, le mostre organizzate, le collaborazioni attivate nel corso degli anni. Siamo felici di poter dire che abbiamo avuto un riscontro davvero positivo: il nostro pubblico più affezionato – ad esempio i collezionisti, per l’appunto – ha risposto con attenzione e partecipazione all’iniziativa, così come nuove, prolifiche connessioni ne sono scaturite. Riuscendo a suscitare il giusto interesse online, sono poi giunti i primi riscontri anche offline: il primo giorno di riapertura in molti si sono recati in galleria per visitare i nostri due nuovi progetti espositivi, pur sempre rispettando le norme sanitarie, ed abbiamo già numerosi appuntamenti fissati per consentire a chiunque sia interessato di fruirne in sicurezza.
SpeakART: Siete state in assoluto le prime promotrici di SpeakART. Dove pensi possa dimostrarsi più utile per per il settore delle gallerie d’ARTE? Potrebbe rivelarsi anche un valore aggiunto per i vostri clienti?
Matilde Cadenti: Abbiamo creduto in SpeakART fin dal principio perché riteniamo che abbia tutte le carte in regola per essere uno strumento insostituibile per il settore delle gallerie d’arte.
Per Marignana Arte si sta dimostrando un valido archivio digitale, completo e dettagliato, corredato da immagini e dalla possibilità di inserire dichiarazioni di autenticità e prove documentali a corredo delle info riguardandi le opere. Si tratta di un archivio a libero accesso su richiesta dell’utente, perciò i collezionisti che ci seguono possono rimanere aggiornati circa tutte le nostre opere disponibili alla vendita.
Estremamente utile anche lo strumento di condition report, fondamentale soprattutto quando si spedisce un’opera all’acquirente o la si concede in prestito.