Il potere dell’arte: Zhanna Kadyrova
Nella settimana dell’infelice anniversario dallo scoppio dell’offensiva russa in Ucraina, raccontiamo di un’importante artista contemporanea con radici ucraine: Zhanna Kadyrova.
“Per le prime due settimane di guerra mi sembrava che l’arte fosse un sogno, che tutti i vent’anni della mia vita professionale fossero solo qualcosa che avevo visto mentre dormivo, che l’arte fosse assolutamente impotente ed effimera rispetto alla spietata macchina militare che distruggeva città pacifiche e vite umane. Ora non la penso più così: Vedo che ogni gesto artistico ci rende visibili e fa sentire la nostra voce!”
Queste le parole dell’artista sulla guerra che si ritrovano nella sezione del suo sito dedicata a PALIANYTSIA 2022, parola che in ucraino significa pane ed è il titolo dell’opera presentata l’anno scorso in occasione della Biennale di Venezia e a Berlino, oltre che nella sua terra natale. Queste “pagnotte” di cemento e pietra sono state vendute e il denaro devoluto al 100% a volontari e a amici dell’artista rimasti a Kyiv durante gli attacchi russi.
Nata a Kiev nel 1981, Kadyrova si è fatta conoscere nel panorama artistico internazionale per la sua capacità di creare opere che esplorano i limiti del materiale e della forma, utilizzando spesso materiali di recupero e oggetti trovati come il cemento, la ceramica, il vetro o il metallo.
Spaziando tra scultura, installazione e performance, le tematiche più indagate dall’artista riguardano sicuramente l’architettura e la città. Uno dei lavori più conosciuti di Kadyrova è infatti “Park Avenue”, composto da diverse sculture in ceramica che riproducono l’asfalto stradale. Realizzate con una tecnica particolare che prevede la stampa diretta dell’asfalto sulla ceramica, le opere sembrano catturare la texture e le crepe del manto stradale , portando l’attenzione dell’osservatore su un elemento spesso considerato insignificante e banale.
Un altro lavoro sviluppato in relazione al territorio e alla cultura locale è quello di “Animalier”, il quale ha coinvolto diversi artisti nella zona di Santa Croce in Toscana. Invitata dalla curatrice Ilaria Mariotti per il progetto “Arte – Impresa – Territorio”, Zhanna Kadyrova ha studiato la tradizione manifatturiera della pelle ed interpretato questo artigianato di lusso a modo suo. Ha creato costumi per gli animali – oche, mucche, cavalli etc.. – che riprendessero le fattezze dei loro predatori quindi pitoni, leopardi e così via. Vedere una capra col manto leopardato potrebbe farci sorridere, ma in realtà lo scopo dell’artista è quello di evidenziare la fragilità del mondo così come lo conosciamo, ossia di un mondo dove diamo per scontato che vinca il predatore o, ancora meglio, il super predatore ovvero l’uomo.
In definitiva, Zhanna Kadyrova è un’artista di grande talento e originalità, che con le sue opere riesce a comunicare in modo profondo e coinvolgente. La sua capacità di utilizzare materiali e oggetti comuni per creare opere di grande impatto e bellezza è davvero sorprendente, e la sua attenzione per le tematiche sociali e ambientali la rendono un’artista contemporanea da tenere d’occhio.