Il fascino e la riflessione dell’arte contemporanea medio-orientale

Il mondo arabo si dimostra essere sempre una vera e propria miniera d’oro anche quando si tratta di arte, non solo facendo riferimento ai primi secoli di produzione artistica: infatti sono numerosi i diversi esponenti artistici di grande fama che prendono ispirazione da punti chiave della tradizione.

Partiamo dalle origine della figurazione nella tradizione medio-orientale: Osman Hamdi, artista della metà del XIX secolo, nei suoi dipinti si ispira allo stile del mondo europeo per rappresentare scene di tradizione della vita quotidiana araba. Questa ricerca europea è visibile, ad esempio, in “Il venditore di tappeti persiani per strada (1888)”, dove troviamo la cosiddetta “maniera orientalista” che rimanda evidentemente a un dipinto del francese Gérôme, “Il mercante di tappeti al Cairo (1887)”, che con Gustave Boulanger vengono considerati suoi maestri – conosciuti durante il suo soggiorno parigino.

 

Osman Hamdi, Il venditore di tappeti persiani per strada (dettaglio) – Courtesy tuttartpitturasculturapoesiamusica.com

 

Osman Hamdi si distingue per essere il primo artista arabo legato alla rappresentazione della figura, senza tuttavia tralasciare una grande attenzione per la decorazione e l’architettura. Viene ricordato anche per il suo ruolo nel campo dell’archeologia e del ruolo del curatore museale: è infatti il fondatore degli Istanbul Archeological Museums.

Tornando ad oggi, Mounir Fatmi è un artista contemporaneo di origine marocchina che analizza la sua cultura e in particolare la sua religione, tramite video e installazioni ma anche attraverso il disegno e la pittura. Negli ultimi anni si è concentrato sullo studio e sulla ricerca dei tappeti utilizzati solitamente per la preghiera. Nel 2010 infatti crea “Maximum Sensation 51” dove trasforma un tappeto in uno skateboard come riflessione “sulla resilienza e sulla resistenza nell’arte del nostro tempo”.

Vuole portare chi osserva la sua arte a riflettere e a mettere in discussione credenze e pensieri comuni, con una particolare attenzione dedicata anche al consumismo che denota la società odierna.

 

Mounir Fatmi, Maximum Sensation 51 – Courtesy Artsy

 

Fondamentale per lo scenario artistico e culturale è anche la figura di Abdulnasser Gharem, non solo per la sua pratica artistica ma anche per la funzione che ha svolto nella nascita della piattaforma Edge of Arabia, nata per favorire l’incontro e lo scambio tra il mondo occidentale e quello medio-orientale – fine che si interseca con quello di Gharem Studio, a sua volta nato per offrire opportunità, formazione, residenze ad artisti del mondo musulmano.

Nel 2011, come parte dell’asta benefica che vedeva la collaborazione di Christie’s proprio con Edge of Arabia, la sua opera “Message/Messenger” si era fatta notare tra tutte raggiungendo la cifra di $842,500 che lo rese il più costoso artista arabo vivente parte dell’asta.

 

Abdulnasser Gharem, Message/Messenger – Courtesy abdulnassergharem.com