Dai Tesori di Roma ai Ciliegi di Parigi: l’estate di Damien Hirst
Dopo la (a dir poco) magnificente esposizione del 2017 a Venezia, numerose opere della serie “Treasures from the Wreck of the Unbelievable” sono arrivate a popolare le stanze di Galleria Borghese a Roma sotto il nome di “Archeology Now”, e vi rimarranno fino a novembre 2021.
Tra i pezzi dell’eclettica collezione nata dalla passione di Scipione Borghese, da qualche giorno si stagliano infatti le notevoli opere realizzate con i più disparati materiali, che quasi sembrano rispondere perfettamente alla ricchezza delle sale e del patrimonio esistente.
L’evento nasce da un’idea di Anna Coliva, ex direttrice della Galleria che si è occupata della curatela della mostra insieme a Mario Codognato, forse proprio nel momento in cui ammira i pezzi esposti nel capoluogo veneto: “Mi colpirono perché erano realizzate a mano, l’artistico ritorna nell’arte contemporanea e Hirst supera così il concettuale”.
Dalle sculture più modeste (se così possiamo definirle) a quelle più monumentali come Hydra e Kali, dai materiali più preziosi come il marmo di Carrara ai bronzi, vengono esposti anche altre opere più propriamente pittoriche dell’artista, dalla serie “Colour Space”.
Ma sgargianti dipinti di Hirst stanno arrivando anche a Parigi: per la sua prima esposizione museale in Francia, la Fondazione Cartier ospite infatti i “Cherry Blossoms”, tele che vogliono richiamare la pittura di paesaggio con evidenti citazioni ad Impressionismo e Puntinismo, ma anche alla gestualità dell’Action Painting.
Le opere “avvolgono lo spettatore in un vasto paesaggio floreale che si muove tra figurazione e astrazione”, come ha dichiarato l’istituzione stessa. Sono frutto di diversi di lavoro, in cui Hirst spesso lavorava su più tele insieme per poi tornare indietro a completarle.
La conclusione avviene ufficialmente nel 2020, dopo il primo periodo pandemico: il lavoro completo comprende 107 tele di grande formato ma divise singole, dittici, trittici, ecc.
Grazie alla selezione di Hervé Chandès, Direttore Generale, dal 6 luglio verranno quindi esposte 30 di queste opere tra le trasparenze e le dissolvenza dell’edificio della Fondazione.