Da Sotheby’s agli Uffizi, tutti pazzi per gli NFT
Ogni giorno si susseguono su tutti i canali di comunicazione le notizie di opere d’arte vendute tramite NFT, di case d’aste e appassionati ormai convertiti a questa nuova era del collezionismo digitale e di musei che si apprestano inevitabilmente a seguire la stessa sorte.
Sotheby’s ha annunciato la prossima asta interamente in NFT che si terrà online dal 3 al 10 Giugno, dal titolo Natively Digital: A Curated NFT Sale.
Si cavalca l’onda, quindi, che ha raggiunto altezze vertiginose già a Marzo sul versante opposto – in casa Christie’s – grazie a Beeple e ai famosissimi 69 milioni raggiunti.
Adesso è Sotheby’s a tentare il sorpasso, includendo tra i lotti “Quantum” di Kevin McCoy, artista New Yorkese. L’opera può essere considerata storica, è stata la prima creata in NFT e in tempi non sospetti, il 2 Maggio 2014. Il ricavato dell’asta sarà poi devoluto a Mint e Seven Foundations, due fondazioni in sostegno agli artisti digitali e alla produzione delle loro opere.
Altra notizia giunta di recente, quasi in contemporanea, alle orecchie degli addetti ai lavori (e non solo loro) è quella degli Uffizi che, in collaborazione con Cinello – azienda di servizi digitali per l’arte con sede sia a Firenze che a Milano – ha realizzato ben nove riproduzioni digitali di un opera di Buonarroti dal titolo “Tondo Doni”.
L’opera, perfettamente identica all’originale conservata nel museo fiorentino, è corredata di un brevetto inedito esclusivo, denominato DAW (Digital Art Work). Insomma, il vocabolario dell’arte 3.0 si amplia.
Una delle edizioni limitate è già stata acquistata da un collezionista romano.
I ricavi ottenuti dalla vendita sono stati divisi tra gli Uffizi, Cinello e per le spese di produzione della cornice che, anche questa identica all’originale, è rimasta “fisica”.
Benvenuti nel vortice degli NFT.
Non si torna indietro.