Capodimone al Louvre: una mostra epocale inaugurata a Parigi
Sono una settantina le opere del Museo di Capodimonte esposte nelle sale del Louvre per i prossimi sei mesi in occasione della mostra “Naples à Paris”. Inaugurata il 7 giugno alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron, fino all’8 gennaio 2024 l’esposizione metterà in dialogo due importanti collezioni europee con capolavori della pittura italiana dal XV al XVII secolo.
Le stanze più illustri del museo parigino, come la Grande Galerie e il Salon Carrè, sono il palcoscenico per questo esclusivo incontro, dove il patrimonio del Louvre e di Capodimonte “si rinforzano vicendevolmente” creando un dialogo inedito, come affermato dal direttore del museo partenopeo Sylvain Bellenger. La scuola napoletana, marcatamente drammatica ed espressiva, non è molto presente nella collezione parigina, che si è sempre focalizzata più sulla pittura romana e bolognese. L’occasione della mostra è quindi ottima per ovviare a questa omissione e per creare un confronto tra opere coeve di aree geografiche diverse.
Principale esempio della conversazione tra capolavori sono le opere di Jusepe de Ribera, da sempre inserito nella sezione spagnola del Louvre, ma che in questa occasione viene presentato come un gran maestro del barocco napoletano. Il visitatore scopre tra le sale espositive come l’espressione figurativa dell’artista cambi da un centro culturale all’altro, rivelando la netta differenza tra il barocco romano e quello napoletano.
Molti sono i capolavori inclusi nella mostra, tra cui La Flagellazione di Cristo di Caravaggio, la Danae di Tiziano, La Trasfigurazione di Bellini, La Crocifissione di Masaccio, la Pietà di Annibale Carracci, l’Atalanta e Ippomene di Guido Reni, la Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi e tre diversi dipinti del Parmigianino, ossia le più rare perle del Museo Capodimonte, prestate in via del tutto eccezionale per questa occasione.
Non sono comunque mancate le polemiche per l’ingente movimentazione di così tanti capolavori da Napoli a Parigi, opere già spesso in viaggio e che negli ultimi anni raramente si sono potute trovare in sede a Capodimonte. In molti si sono chiesti se spedire in qualità di ambasciatori i più bei dipinti del museo partenopeo sia stata una mossa lungimirante o prettamente politica.