Banksy brucia

Nell’ottobre del 2018 un’opera di Banksy, The Girl with the baloon, si è autodistrutta immediatamente dopo essere stata venduta da Sotheby’s per più di un milione di sterline.

Sfidiamo a trovare qualcuno che non abbia mai visto il video di quel momento.

Sono passati tre anni ed ecco il colpo di scena: un’altra delle sue opere è andata distrutta.

Il quadro in questione, “Morons”, emblema d’ironia contro il mercato dell’arte e delle aste recentemente venduto da Christie’s per $33.000, è stato bruciato.

 

Morons, Courtesy of Hexagon Gallery       

 

Viene spontaneo chiedersi da chi e perché.

Chi

Gli autori del “rogo” – passateci la parola – sono un gruppo, per loro stessa definizione, di appassionati d’arte e tecnologia che ha pubblicato sul loro canale Twitter, dal nome Burnt Banksy, il video del “misfatto” in cui compare un ragazzo, con indosso una maglietta con stampata  The Girl with the baloon, che con un’accendino da’ alle fiamme l’opera.

 

Morons in fiamme, frammento del video – Courtesy of Art Newspaper

 

Perchè

È proprio quel ragazzo a spiegarci le motivazioni in un breve discorso.

L’opera è stata sacrificata per una buona ragione, ovvero la spinta all’arte digitale e in particolare agli NFT (non fungible tokens).

“ Se ci fossero sia NFT che opera fisica, il valore sarebbe principalmente su quest’ultima. Rimuovendo il pezzo fisico e avendo solo NFT, possiamo garantire che proprio questi, grazie alla capacità della blockchain, assicurino che nessuno possa alterare l’opera e che sia l’unica opera originale esistente. In questo modo, il valore del pezzo fisico viene quindi spostato sugli NFT.”  Più chiaro di così è impossibile.

I Burnt Bansky si sono rivolti per la conversione di Morons a NFT a Superfarm, un protocollo DeFi cross-chain che consente agli utenti di distribuire NFT senza bisogno di codice. Morons è ora in asta su OpenSea fino al nove Marzo.

L’incoraggiamento a un uso maggiore della tecnologia è l’obiettivo pubblicizzato dal gruppo, ma diciamolo, è il guadagno economico a far gola.

E ora, sia che queste fiamme siano il simbolo dell’inizio di una rivoluzione o come detto da alcuni solo  “un atto inconoclasta”, vedere un’opera bruciare provoca – almeno a noi – sempre un certo dolore.