Alla scoperta di Diplomazija Astuta con Arcangelo Sassolino e Keith Sciberras: il caravaggismo della contemporaneità
Tra le Corderie e le Gaggiandre dell’Arsenale, abbiamo partecipato alla visita guidata dell’installazione che riempie il padiglione maltese: una conversazione quasi intima che esplora la genesi e la realizzazione di un progetto che supera i limiti di spazio e tempo.
In questo contesto, la Decollazione di San Giovanni Battista si erge a trait d’union tra la penisola italiana e l’isola maltese, che si incrociano nelle vicende della figura di Caravaggio.
Alla 59. Biennale Arte di Venezia, il Padiglione di Malta non può passare inosservato: al suo interno il capolavoro caravaggesco viene magistralmente riletto in chiave contemporanea attraverso un’installazione che lascia senza parola ancora prima di conoscerla nel profondo.
Innumerevoli pagine potrebbero essere scritte sullo studio, sulla tecnica, sui macchinari che si celano dietro questa cinetica scultura ch, nell’utilizzo di un materiale freddo come l’acciaio, regala un senso di incantevole poesia.
L’incanto risiede in numerose piccole gocce di acciaio che scende fuso, dall’alto, in sette vasche piene d’acqua, creando uno spettacolo di suono e di luce, di materia e di assenza.
Arcangelo Sassolino è la mente di questa creazione: un conoscitore dei materiali e della tecnologia, che con una progettazione attenta e precisa fa emozionare gli spettatori. È inspiegabile a parole lo spettacolo e l’atmosfera davanti ai quali ci si trova una volta varcata la soglia del Padiglione.
La magistrale realizzazione artistica risulta indissolubilmente legata alla conoscenza che il curatore Keith Sciberras, che in questa avventura è accompagnato da Jeffrey Uslip, ha della figura di Caravaggio: si crea un dialogo tra studioso e creativo, sublimato nella continuità tra passato e presente in cui nulla è lasciato al caso.
I richiami alla tela della Concattedrale di La Valletta sono precisi, dalla lastra d’acciaio (su cui si realizza l’intervento di incisione per mano di Giuseppe Schembri Bonaci) che ne riproduce fedelmente le dimensioni a quelle sette vasche che richiamano le sette figure dell’opera.
Si rimane ipnotizzati dalla continuità del gesto che si svolge, accompagnati dall’opera musicale appositamente creata da Brian Schembri.
All’eccellenza artistica si unisce un primato della sostenibilità: Diplomazija Astuta è la prima opera carbon neutral, grazie a un percorso che ha coinvolto le fasi di progettazione e creazione dell’opera stessa, oltre che la sua “vita” durante i mesi di Biennale.