Il nostro addio ad Achille Perilli, l’uomo dell’astrattismo
Una vita all’insegna dell’arte ma non solo, negli anni dedicati alla cultura nel senso più ampio del termine il maestro dell’Astrattismo italiano si occupa anche di teatro e letteratura, dedicandosi più volte alla redazione di Manifesti per i movimenti a cui partecipa.
Abbiamo dovuto dare l’ultimo saluto nella giornata di sabato ad Achille Perilli, che all’età di 94 si è spento: una figura che rimarrà indimenticabile per il suo ruolo e il suo contribuito all’arte del Novecento.
Figura di estrema importanza per la sua carriera artistica, fu cofondatore, insieme ad artisti come Accardi, Consagra, Dorazio, Sanfilippo e Turcato dell’avanguardia conosciuta come Gruppo Forma 1, di evidente ispirazione marxista e formalista, con un particolare attenzione dedicata quindi alla forma e al segno.
Nel corso degli anni partecipa a un altro gruppo, sempre insieme a Dorazio, chiamato Gruppo Arte Sociale (GAS) e oltre a loro due, troviamo altri personaggi dell’ambiente contemporaneo come Muccini, Guerrini e Vespignano, e al Mac (Movimento Arte Concreta).
Le sue opere sono riconoscibili dai colori vivaci e sgargianti e dalla forme tipicamente geometriche che ricercano un gusto e uno stile astratto, costruendo figure che osservandole sembrano irrisolte e che ricordano lo studio del celebre Kandinskij, a cui negli anni ‘50 dedicherà il primo e unico numero del quaderno informativo d’arte contemporaneo Forma 2.
Perilli è stato essenziale nell’ambiente artistico contemporaneo per la sua ricerca sull’astrattismo che lo porta a realizzare mostre personali in tutta Italia, e non solo: da Roma ad Amsterdam, a Francoforte o Chicago, la sua arte circola ormai a livello mondiale fino ad arrivare alle Biennali di Venezia e Tokyo.
Quando si parla di Achille Perilli, si parla di un artista di fama mondiale che ancora oggi influenza l’analisi e la ricerca artistica attuale.