L’impero Hauser & Wirth non finisce mai
Ha inaugurato a luglio l’ultima realizzazione della coppia che governa il mondo dell’arte contemporanea, Iwan e Manuela Wirth.
Sedi sparse in tutto il mondo, la rappresentanza di selezionata scuderia di artisti contemporanei (ma anche ormai storicizzati), idee e progetti che li spingono sempre un passo avanti rispetto agli altri.
Così, già nel 2014, erano stati in grado di far evolvere la concezione di galleria d’arte urbana, aprendo una sede nelle campagne del Somerset: un centro artistico più che una semplice galleria, in cui mostre si alternano ad eventi come seminari e conferenze, e dove non manca un programma di residenza artistica.
Dopo mesi e mesi di lavori, gli edifici che un tempo costituivano un ospedale militare sono stati ristrutturati dando vita a quell’ampio spazio espositivo in otto sale che riprende il già esistente modello di centro d’arte inglese.
Non un periodo felice per inaugurare nuovi spazi artistici, ma in realtà la remota posizione dell’isola, per sua natura isola di quarantena, sembra rispondere perfettamente a quelle necessità di distanziamento che comandano da più di un anno le nostre vite, come testimonia il fatto che anche tutti i musei minorchini sono stati quasi sempre aperti durante questo periodo.
Il legame con l’isola e con il rispetto dell’ambiente sono stati punti focali della ricerca attorno alla quale il progetto si è sviluppato: il dibattito sulla sostenibilità è diventato sempre più centrale, a maggior ragione post periodo pandemico, e in questo caso si è concretizzato in un progetto di preservazione dell’isola. Allo stesso modo si è voluta puntare l’attenzione sul rapporto con le comunità locali e sul loro coinvolgimento nel progetto.
L’ennesimo baluardo dei galleristi svizzeri è in realtà la seconda conquista del 2021: hanno aperto da pochi mesi anche una sede nel cuore del Principato di Monaco, un discreto spazio espositivo di 290 metri quadri con pareti di 9 metri di altezza, inaugurando con una mostra dedicata a Louise Bourgeois che ovviamente include uno dei suoi giganteschi ragni, una scultura bronzea di più di tre metri che al momento risiede nel giardino antistante la galleria.