La Sicilia di Isgrò tra mito e natura: Il Sogno di Empedocle
Siamo a Giarre, nella provincia di Catania . Era il 2017 quando nasce per la sua prima edizione il Radicepura Garden Festival, ad opera dell’omonima Fondazione, con lo scopo di concentrare l’attenzione sulla valorizzazione della biodiversità botanica, ma anche sull’educazione verso l’arte.
In questo contesto, vede la luce “Il Sogno di Empedocle”, installazione site specific frutto del pensiero e della mano di Emilio Isgrò realizzata proprio in occasione dell’evento.
Unendo mito e letteratura, arte e natura, l’opera prende la sua ispirazione dalla leggenda che coinvolge Empedocle: con tutta la fantasia che può coinvolgere il racconto, si dice che il filosofo, durante un’eruzione vulcanica, si fosse avvicinato al cratere dell’Etna gettandovisi dentro per dare conferma alla sua convinzione di essere diventato immortale.
C’è chi sostiene invece che sia morto presso il vulcano, non volontariamente ma mentre ne stava studiando le emissioni. In ogni caso, il mito si conclude con la restituzione da parte dell’Etna di uno dei sandali di bronzo che sempre calzava.
Ed è proprio un sandalo che ritroviamo nell’installazione, accompagnato però da tre enormi semi in basalto lavico, richiamando inevitabilmente Empedocle, oltre che Giovanni Verga e Luigi Pirandello.
Il seme è un elemento ricorrente nella produzione e nella poetica dell’artista, ingigantito, come metafora di qualcosa di piccolo che rappresenta un qualcosa di grande, rendendo visibili significati profondi che hanno motivo di essere svelati.
Con l’Etna alle spalle e il profumo degli agrumi intorno, questa opera vuole essere un vero e proprio seme per il futuro, dando alla lava l’occasione di essere una terra fertile.