Achille Bonito Oliva arriva al Castello di Rivoli con “A.B.O. Theatron. L’arte o la vita”

“A.B.O. Theatron. L’arte o la vita”, è questo il titolo della rassegna su Achille Bonito Oliva, noto critico d’arte italiano.

Si parte il 24 Giugno.

La rassegna è organizzata dal CRRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli), a cui Bonito Oliva ha donato il proprio Archivio, in collaborazione con il Dipartimento Curatoriale.

Achille Bonito Oliva nasce a Caggiano (Salerno) il 4 Novembre 1939.

Dopo gli studi in giurisprudenza a Napoli e i primi approcci nel mondo dell’arte e della poesia, nel 1968 si trasferisce a Roma, dove inizia la sua carriera di critico d’arte, insegnando nel frattempo storia dell’arte contemporanea presso la facoltà di Architettura dell’Università la Sapienza.

 

Achille Bonito Oliva – Courtesy di Rome Central Magazine

 

Bonito Oliva, insieme al collega Germano Celant, rappresenta la nascita di quella che è stata considerata una nuova linea nell’arte contemporanea italiana specie grazie ai suoi studi sulla transavanguardia.

In una lunga e interessantissima intervista su Arte, il critico spiega le ragioni dietro al titolo della rassegna “A.B.O. Theatron. L’arte o la vita”.

L’etimologia della parola Theatron si divide tra il significato già di per se intuibile di teatro e quello di “io guardo” dal greco antico theomai.

L’arte o la vita è la combinazione imprescindibile che ha da sempre accompagnato la vita e la storia del critico: “Ho sempre pensato che l’arte traveste l’umanità mentre la critica insegue una verità presente dentro l’arte e cerca di farla emergere.”

 

Achille Bonito Oliva – Courtesy Castello di Rivoli

 

Personalità dal carattere certamente poliedrico è definito nomade, enciclopedico, trasversale, istrionico, performer. Ammette che due sono i suoi maestri, Totò e Duchamp: vicini per umorismo e ironia.

Il primo gigante della comicità italiana e napoletana con il suo “a prescindere”, il secondo invece genio rivoluzionario dell’arte che ha reso arte oggetti comuni de-contestualizzandoli. Gli oggetti di Duchamp erano arte “prescindendo” dalla loro origine.

La rassegna è visitabile fino al 9 Gennaio 2022.