Il Salvator mundi non è opera di Leonardo: dal 13 Aprile il documentario che svela i retroscena della vicenda
L’arte e l’autenticità delle opere, una saga senza fine.
E infatti, ci risiamo.
È fresca di pochissimi giorni la notizia che il “Salvator mundi” non è stato creato dalla mano di Leonardo da Vinci.
L’opera, venduta nel novembre del 2017 da Christie’s New York alla “modica” (vogliamo sdrammatizzare) cifra di 450 milioni di dollari al principe saudita Mohammed bin Salman, è la protagonista di un documentario inedito dal titolo “The Savior for Sale” che ne racconta la storia e le vicissitudini. Il film, la cui regia è di Antoine Vitkine, uscirà il 13 Aprile.
In ogni caso già in tempi non sospetti, prima della famosa asta, il quadro non aveva una storia per così dire limpida. Stando alla ricostruzione proposta nel documentario, nel 2005 il Salvator mundi era stato comprato per poco più di mille dollari da un mercante d’arte New Yorkese, tale Robert Simon, il quale non si aspettava di certo di avere per le mani l’opera che avrebbe potuto cambiargli la vita. Ad aprirgli gli occhi fu Dianne Modestini, sua amica e restauratrice, che dopo averlo analizzato si convinse che quella era, a tutti gli effetti, opera del genio rinascimentale.
Da quel momento in poi, hanno inizio le peripezie dell’opera che, sempre circondata da un aura di scetticismo, è passata nelle mani di diversi acquirenti – tutti molto altolocati, nemmeno a dirlo – fino ad essere battuta in asta nell’autunno del 2017.
Il presunto capolavoro di da Vinci, doveva essere poi esposto in occasione di una mostra al Louvre, svoltasi dall’ottobre 2019 al febbraio 2020, proprio su Leonardo.
Ebbene, l’opera non c’era.
Il motivo?
Il museo francese, dopo scrupolosi esami scientifici, non ne ha confermato l’autenticità. Da quanto si apprende nel documentario, il dipinto è stato letteralmente radiografato e scansionato in ogni centimetro, sono stati interpellati i più grandi specialisti nel campo e alla fine il responso è stato uno: Leonardo ha solo partecipato alla sua realizzazione ma non ne è stato il principale e unico autore.
Trattandosi allora di dover salvare non solo la credibilità di un museo, il Louvre, ma anche quella di un intero paese, la Francia, dopo aver informato i sauditi, l’opera – su ferma decisione del presidente Macron – non è mai stata esposta.
Che fine ha fatto? È scomparsa dai radar internazionali e non si hanno notizie su dove si trovi, in quale caveau, palazzo o yacht di Salman sia chiusa.
L’unica cosa certa è che non vale più 450 milioni di dollari.