Attraverso lo sguardo di Rachel Maclean: da Velázquez all’era dei selfie
E se vi dicessimo che esiste un universo parallelo fatto di costumi esuberanti, colori accesi e personaggi fantastici, ci credereste?
Se non vi fidate di noi, a convincervi sarà Rachel Maclean.
Artista scozzese, classe 1987, ha ormai alle spalle un curriculum invidiabile ed è l’ideatrice di questo magico mondo in cui è lei a vestire i panni dei suoi alter ego: Rachel si maschera, si trucca e dà vita a esseri a metà tra l’umano e l’alieno che rappresentano – a detta sua – una versione fantastica del mondo degli adulti. L’artista osserva la realtà che la circonda e la trasforma, fino a distorcerla creando turbamento in chi guarda.
All’interno della sua ormai ricca produzione, un progetto interessante – anche se del 2018 – è Make me up.
Nonostante sia questo un periodo storico in cui le donne stanno (per fortuna) diventando protagoniste e si stia combattendo per la parità di genere, l’uomo guarda ancora la il gentil sesso e continuerà a farlo.
Ecco allora che in Make me up è proprio lo sguardo a diventare elemento fondamentale della ricerca artistica.
L’artista, parlandone in un intervento sul canale Youtube di Heni Talks, si sofferma a riflettere sul cambiamento dello sguardo maschile (in inglese male gaze) nei confronti dell’immagine e del corpo femminile. Per di più, all’interno di un contesto sociale come quello odierno, in cui le informazioni e la comunicazione sono veicolate visivamente, la vista è uno strumento essenziale.
Storicamente, i dipinti sono il primo oggetto su cui lo sguardo maschile si concentra e attraverso cui elabora l’ideale femminile, in fondo i pittori hanno sempre rappresentano la donna secondo il loro modo di percepirla.
Maclean all’interno di Make me up inserisce Venere e Cupido (Venere Rokeby) di Velázquez, raffigurante la dea nuda di spalle mentre si guarda allo specchio. Non a caso, questo capolavoro è noto per essere stato vittima di un atto di vandalismo da parte di una una suffragetta che non gradiva «il modo in cui gli uomini guardavano l’opera a bocca spalancata tutto il giorno» e nel 1914, armata di coltello, squarciò la tela.
Ma cosa succede se la prospettiva cambia? Se lo sguardo fosse di una telecamera?
Maclean, nella sua produzione, rivolge particolare attenzione al mondo dei social, alla ormai tanto nota quanto dibattuta questione dei selfie e agli effetti che hanno avuto e stanno ancora avendo tra cui, uno su tutti, il cambiamento della percezione che si ha di se stesse e, come effetto domino, anche quella degli altri nei propri confronti. In fondo, ci si immortala spesso per ricevere like.
In ogni caso, è evidente che nell’arte di Maclean troviamo un’esagerazione voluta e, alla fine, quella che ne viene fuori è una realtà utopica nella quale, ad esempio, risulta anche un’estremizzazione del concetto di bello ( o almeno di quello che è considerato tale) con cui la società contemporanea sembra essere ossessionata.