La Cina è (quasi) pronta per il lancio della sua moneta digitale
Nel pieno della crisi sanitaria che si è trovata ad affrontare, la Cina non ha smesso di spingere per la realizzazione del suo progetto di distribuzione della propria Central Bank Digital Currency (CBDC) ossia la versione digitale dello yuan, emesso dalla Banca Centrale Cinese.
I primi test pilota sono stati avviata nell’aprile 2020 in quattro regioni, con un risultato i più di 4 milioni di transazioni effettuate corrispondenti oltre 2 miliardi di yuan (circa 250 milioni di dollari), con tanto di lotteria con moneta digitale in palio per incentivare l’iniziativa. Nel 2021 è stato previsto un proseguimento del test in altre cinque regioni.
La Cina sta spingendo così tanto per la realizzazione di questi progetto in quanto lo vedono come un vantaggio competitivo di importanza cruciale a livello di economia digitale. Ad oggi lo yuan fisico non è considerato come una delle valute principali, ma la sua trasformazione in digitale potrebbe portare a una leadership nel mercato digitale che porterebbe a una maggiore universalità della moneta stessa.
Questo step assicurerebbe una nuovo livello di supremazia internazionale, che potrebbe incidere sulle modalità di acquisto e vendita della popolazione cinese ma non solo.
La DCEP (Digital Currency Electronic Payment) in quanto valuta digitale si basa su una tecnologia blockchain (DTL – Distributed Ledger Technology) al pari dei bitcoin ma al contrario di questi non sarebbe né decentralizzata né indipendente. La Cina si trova già un passo avanti nell’effettuazione elettronica di transazioni tramite app come Alipay o WeChat Pay, ma la moneta digitale statale porterebbe a un’eliminazione dei costi delle transazioni per i commercianti in quanto sarebbero emesse dal governo.
Non è ancora stata comunicata una data ufficiale di lancio, ma sicuramente sarà precedente ai risultati su cui BCE e FED (Federal Reserve Bank) stanno ancora pensando, più che lavorando.