“1 Metro Sotto la Metro”: l’interattiva mostra d’arte tra le fermate della metropolitana di Roma
La Linea C della metropolitana di Roma ospita ora la terza e ultima edizione del progetto intitolato “1 Metro Sotto la Metro”, che ha coinvolto in tutto 20 artisti e 8 stazioni nella metro della Capitale.
La mostra, curata da Arianna Forte e organizzata da Fusolab 2.0 in collaborazione con ATAC e Flyer, si compone di sette opere interattive e di new media art che accompagnano il visitatore in una riflessione sul futuro.
«Le installazioni e i workshop in programma sono riflessioni visionarie e critiche sul futuro del nostro pianeta e sulle possibili interazioni con le altre specie e con le tecnologie intelligenti. Una terza e ultima edizione sicuramente ambiziosa che ha l’orgoglio di ospitare artisti di caratura internazionale», ha dichiarato la curatrice Arianna Forte.
Una mostra interamente gratuita e destinata a tutti: a chi va di corsa a lavoro, a chi passa di lì per caso e a chi ha voglia di godersi l’arte con calma.
Nello specifico, sono le fermate di Pigneto, di Teano e di Gardenie che ospiteranno questa esposizione.
A Pigneto, la media artist Idiara di Benedetto congiunge tecnologia, elementi organici e archeologia nell’esposizione “Portrait of Generative Memory”, coinvolgendo lo spettatore e facendolo diventare egli stesso parte dell’opera.
Nella stessa fermata, l’artista emergente Martina Carbone ha esposto il suo lavoro intitolato “Exposure”: un’istallazione in realtà virtuale che riflette sul futuro distopico dell’umanità.
La fermata Teano della metropolitana invece ospita ben quattro artisti: Roberto Fusco, Golnaz Behrouznia, Franz Rosati e infine Salvatore Vitale.
Ognuno a modo suo, chi tramite opere interattive o immersive, chi tramite progetti audiovisivi, evolve il tema di questa interessante mostra, coinvolgendo anche il più frettoloso degli osservatori.
L’ultima tappa è alla fermata Gardenie, in cui gli artisti, i programmatori e ricercatori francesi Antoine Schmitt e Hortense Gauthier, sbalordiscono irrimediabilmente chiunque si trovi ad interagire con la loro opera.
Non hanno infatti deciso di rappresentare la loro visione del futuro dell’umanità, ma hanno voluto trasportare questo ipotetico futuro nell’attualità del presente.
La creazione consiste in una creatura artificiale e animata che, a contatto con lo spettatore, riproduce un vero e proprio “ormone artificiale”, provando così realmente piacere.
Veniamo quindi coinvolti in un approccio differente da quello cognitivo dell’intelligenza artificiale, che non ripropone soltanto l’intelletto umano ma anche i sentimenti.
Grazie a “Exolove Encounter” abbiamo così la possibilità di toccare con mano qualcosa che fino a poco tempo fa si credeva impossibile.