Una nuova stretta di mano: gli sfaccettati significati dell’intervento di Saype a Venezia
Saype abbrevia in sè il motto “Say Peace”. Nel suo progetto in divenire “Beyond Walls” un inno alla pace prende forma in quella stretta tra due mani, atta a creare la più grande catena umana nel mondo.
Un background nella street art, un’influenza della letteratura buddista e una curiosità per i droni: così arriva all’avvicinamento con quella che si potrebbe definire una nuova forma di land art, che consiste nel rendere immensi prati erbosi vere e proprie tele, da riempire con pigmenti ovviamente biodegradabili. Dopo numerosi studi e tentativi, l’artista ha trovato infatti le materie perfette per ridurre al minimo l’impatto ambientale: la polvere di marmo, il carbone, e il caglio, che vengono effettivamente “spruzzati” a mano libera.
Il perchè di tutto questo sta nel voler mandare un messaggio: Guillaume Legros è un artista fortemente integrato, e anche coinvolto in prima persona, nei grandi problemi che coinvolgono il suo tempo e il suo mondo, con un passato da infermiere e l’attività all’interno dell’associazione umanitaria SOS Méditerranée.
Ve lo avevamo già presentato in passato, ma in queste settimane la sua ultima creazione è stata sulla bocca di tutti: in occasione dell’apertura di Biennale Arte, nei canali di Venezia una grande barca (un pontone, per la precisione) è apparsa, coperta dalla riconoscibile distesa verde con le due mani strette insieme. Cogliendo l’occasione della celebrazione della Giornata dedicata alla Terra, l’intervento era questa volta dedicato al rapporto tra l’uomo e la natura, ai problemi climatici (e non) che affliggono il nostro pianeta, al rispetto dell’ambiente, il tutto con la collaborazione del Gruppo Lavazza, da sempre sensibile all’arte contemporanea e alla sostenibilità.
E sempre a sostegno dei valori che sottendono il progetto, l’opera già per sua natura effimera verrà smontata, le zolle di terra diventeranno parte proprio dei Giardini della Biennale.
Questa è la dodicesima tappa di un percorso iniziato nel 2019 a Parigi, ai piedi della Tour Eiffel, e che poi si è spostato per l’Europa e per il mondo, mantenendo l’immagine simbolica della stretta di mano, che si declinava in base a contesti ed eventi, mettendo al centro un messaggio sempre nuovo ma comunque sempre universale.
Questo viaggio ha visto protagoniste capitali e grandi città come Berlino, Torino e Dubai, ma anche spazi più incontaminati come Andorra o Ouidah, in Benin, integrandosi sempre nel miglior modo possibile con interventi che lasciano un segno nella memoria, non nel territorio.