“Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l’altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l’altra”
#MercoledìFilosofico #18

Berndnaut Smilde è un artista olandese che ha fatto delle nuvole la sua fortuna artistica.

Lontane dai giochi di sovrapposizione e composizione digitale dei software, le nuvole di Smilde sono prodotte concretamente con l’ausilio di una macchina del fumo e con la predisposizione nel sito prescelto di un particolare microclima che si crea alzando il livello di umidità e utilizzando luci teatrali.

Tali installazioni sono naturalmente temporanee e vengono catturate dalla macchina fotografica prima del loro completo dissolvimento.

 

Berndnaut Smilde, Nimbus, 2012 – Credits Cassander Eeftinck Schattenkerk – Courtesy Art Vibes

 

Nonostante siano passati anni dalle prime “installazioni” site‐specific, un velo di mistero accompagna ancora il lavoro dell’artista, il cui reale processo tecnico‐creativo è tuttora tenuto segreto come una formula magica.

Smilde ha sempre scelto le sue location accuratamente: spesso si è trattato di siti dal passato storico e culturale particolarmente importante dove l’artista ha inscenato, per un frammento di tempo, l’apparizione delle sue nuvole con un realismo a dir poco sorprendente.

La compenetrazione tra elementi ambientali esterni e interni crea uno straniamento spaziale e temporale che, seppur sottile e giocoso, provoca nell’osservatore una sintesi improvvisa tra immaginario e reale. 

 

Berndnaut Smilde, Nimbus, 2012 – Credits Cassander Eeftinck Schattenkerk – Courtesy Art Vibes

 

Tradizionalmente la presenza di nuvole suggerisce la possibilità che la pioggia o il brutto tempo stiano incombendo: la pittura nordeuropea appare costellata dalla rappresentazione di questo soggetto naturale che sembra oltrepassare indenne tutti i periodi storici.

Simbolicamente le installazioni di Smilde sembrano un invito a dimenticare i limiti convenzionali fissati dalla realtà, dal tempo, dallo spazio, persino dalla nostra corporeità per promuovere uno stato di incredula sospensione.

Come se stessimo assistendo a un fenomeno miracoloso, emerge la certezza confortante che quella manifestazione “naturale”, seppur ambigua e intangibile, sia un chiaro segnale della transitorietà della vita.